giovedì 9 ottobre 2014

NICHI VENDOLA REGALA ALTRI 85 MILIONI DI €

dal Quotidiano di Bari del 9 ottobre 2014
di Francesco DE MARTINO.
{ Regione Puglia } Questa volta il vicepresidente regionale Marmo chiede chiarimenti alla giunta

“Altri 17 milioni di europei” Ryanair dalla Regione Puglia, senza bando pubblico e con un rinnovo automatico dell’accordo di cinque anni, contrario anche alle nuove disposizioni dell'Ente Nazionale dell'Aviazione Civile: adesso è il caso che la Giunta Regionale chiarisca i motivi, specie in presenza di altre compagnie aeree ‘low cost’ che volano da e per la Puglia, spesso anche con tariffe più convenienti. Adp continua ad elargire milioni di euro della collettività alla Ryanair". Anche il Vicepresidente del Consiglio Regionale, Nino Marmo, si è accorto dei milioni di euro elargiti alia compagnia irlandese dalla società di gestione aeroportuale pugliese senza bando pubblico. E finalmente anche lui chiede spiegazioni anche alla luce delle dichiarazioni del Presidente dell’Enac, Vito Riggio, che ha attenuato che sulla questione degli aiuti alla Ryanair si debba applicare la nuova normativa nazionale che impone il bando pubblico. Insomma, la Giunta pugliese ha approvato, per l’ennesima volta, le linee di indirizzo applicate da Aeroporti dì Puglia sulla pubblicità e promozione, Peccato però che, come ormai accade da anni, i 17 milioni vengano trasferiti ad Adp per il marketing, ma poi di fatto l’ente li dà alla compagnia sotto forma di aiuti di Stato, e dunque agevolando lui privato rispetto ad altri con una semplice scelta discrezionale dell’ente stesso. A questo proposito, per Marmo, sarebbe utile prendere visione dello studio del Dipartimento di Studi aziendali dell’Università di Bari che evidenzierebbe, secondo la Giunta, che il saldo fra spesa complessiva dei passeggeri di Bari e Brindisi e l’importo sostenuto dalla Regione sia largamente positivo. <<Dati che servirebbero a fare chiarezza, nell’opacità di questi trasferimenti concessi in assenza di una procedura di evidenza pubblica aperta a tutte le compagnie presenti sul mercato. Tutto ciò concorre -conclude Marmo- a sostenere la tesi della necessità di avviare la privatizzazione della società che gestisce gli aeroporti pugliesi, così come sta avvenendo in molte altre Regioni d’Italia.
Con una discutibile politica commerciale-operativa, la società che gestisce gli aeroporti civili pugliesi, a braccetto con l'ente regionale proprietario, stende daccapo tappeti d’oro ai rampanti manager del Gruppo guidato dall'irlandese Michael O’Leary (mr. Ryanair) che nel 2004 ha fatto planare anche a Bari - come da qualche anno in centinaia di città europee - i suoi metallici uccelli alati che realizzano l’utopia del low cost spinto: viaggiare in aereo gratis (o quasi).
Una politica spregiudicata che miete consensi con sempre più passeggeri, creando di fatto un nuovo target di mercato che mai si era avvicinato in precedenza al trasporto aereo.
Il patto di ferro del clan giallo-blu vola sulle ali dei baresi e dei pugliesi, con buon reclutamento anche nelle vicine Basilicata e Calabria. Londra e poi Francoforte e poi, man mano, tante altre destinazioni europee ma anche italiane. Un grande pezzo di popolo meridionale - giovani e studenti con il miraggio delle grandi capitali europee, famigliole, ceto medio che per la prima volta possono festeggiare battesimi e cresime volando, terza età non più condannala alle maratone ferroviarie, frotte di emigrati che possono finalmente intensificare i contatti con la terra d’origine - incrementa la soggettiva dose di libertà Illusoriamente con pochi soldi, perché il furbo mr. Ryanair predispone mille trappole on e off air per spennare tanti altri quattrini oltre il modesto obolo della tariffa.
Ai sempre più potenti irlandesi dell’aria - attualmente prima compagnia in Italia con 28 milioni di passeggeri nel 2011 - non intrigano le trame perverse e speculative del management locale, che lasciano cuocere nell'acqua loro, mentre i Boeing 737 sfrecciano a frotte nei cieli di Palese e di Brindisi Casale. Aeroporti di Puglia sembra proprio legata mani e piedi con Ryanair, d’ora in avanti il suo destino e il suo valore di mercato dipendono da un visionario irlandese, con la sua compagnia insediata su due basi operative (Bari con due velivoli residenti. Brindisi con uno) con un primo, “strano" contratto di 5 anni che prevede come corrispettivo da parte di AdP 12 milioni di euro l’anno per un non meglio definito “Marketing Service Agreement" a cui aggiungere ulteriori contributi in funzione all’incremento dei passeggeri trasportati. Il progetto esecutivo del “Piano di comunicazione per lo sviluppo del turismo incoming" AdP approvato dalla Regione, è altrettanto parco in quanto a informazioni puntuali e operative. Da AdP scrivevano, con Di Paola amministratore unico: “Per raggiungere l’obiettivo è necessario utilizzare metodologie innovative. Concentrare le risorse su un unico mezzo....Identificare un mezzo/canale il più vicino possibile al target identificato.
Focalizzare su internet la campagna,,,”. Si investono, i primi 12 milioni di euro l’anno (ed ora altri 17) molto semplicemente passandoli alla società irlandese Airport Marketing Services, di proprietà delia Ryanair, che di mestiere fa semplicemente quello di concessionaria della pubblicità del sito web della compagnia. A scorrere i listini presenti on-line, anche volendo comprare tutti i moduli proposti contemporaneamente, difficilmente si arrivano a spendere 12 milioni di euro. Con questa cifra probabilmente si potrebbe acquisire l’intera proprietà dei sito. Ma quello che più desta perplessità è la modalità con la quale questa ingente somma passa mensilmente dalle casse della società barese a quelle della Ams. Fatture con oggetto generico “Marketing Services Dec2011” che fanno transitare all’estero i 12 milioni puliti puliti, senza che neanche un centesimo resti in Italia, visto che l’iva su fatturazione estera non è prevista. Immense zone d'ombra, insomma, che farebbero saltare sulla sedia anche l’ultimo degli impiegati dell'Agenzia delle Entrate.
A leggere il resoconto della relazione di Mimmo Di Paola all’assemblea dei soci in occasione del bilancio 2010 si percepisce la consapevolezza di essere di fronte ad un nodo gordiano che non avrebbe mai trovato il suo Alessandro Magno risolutore. Di Paola affermava che il mancato reperimento dei fondi da destinare a Ryanair comporterebbe: “Per il 2011 la registrazione di una perdita di esercizio superiore a € 4.316.667 (per fortuna non è accaduto, ndr.). Per il 2012 e successivi esercizi (causerebbe) l’inevitabilità della risoluzione anticipata del contratto con Ryanair, con elevata probabilità di contenziosi per risarcimento di ingenti danni e pagamento di penali". La società aeroportuale pugliese, insomma, si è ridotta a “comprare’’ il traffico passeggeri da una compagnia aerea per sopravvivere.

Altro che mercato. Questa singolare politica operativa della Ryanair, già nel mirino della Comunità Europea, comincia a trovare contestazioni in varie parti d’Italia. A Bergamo si indaga sull’ipotesi di evasione delle tasse italiane poiché la compagnia contrattualizza tutti i suoi dipendenti secondo la più favorevole normative Irlandesi, anche se di fatto tutto il lavoro viene espletato in Italia. Molte società di gestione aeroportuali iniziano a chiedersi quanto possa risultare redditizia questa dipendenza da un singolo soggetto del mercato che, come abbiamo visto, in Puglia diventa la palla al piede (o in aria, se sì preferisce...) della società regionale di gestione degli aeroporti.

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